Ieri mattina con il “canonico” (almeno per Nanni Moretti!) giorno di anticipo rispetto all’uscita in sala, è stato presentato alla stampa “Habemus Papam”, atteso ritorno del regista capitolino, a cinque anni da “Il Caimano”. La pellicola, viene annunciato in conferenza stampa da un giornalista dell’Ansa, sarà in concorso al prossimo Festival di Cannes. La presenza di Moretti in sala è sicuramente inaspettata, considerando la reticenza del regista all’essere sottoposto alla “pubblica piazza”, ma si giustifica dicendo:“ I registi fanno troppa confusione quando parlano dei loro progetti. Spero che questo film parli da solo”. Nonostante la copiosa presenza degli interpreti principali del film (tranne il pontefice con crisi di panico Michel Piccoli), in effetti, l’unico a parlare non è il film, ma lo stesso regista, che con la sua solita ironia flemmatica tiene banco alle provocazioni dei giornalisti che domandano insistenti se il Vaticano abbia visto o no il film: “Io non penso a nessun tipo di pubblico quando giro un film. All'epoca de “La stanza del figlio” non pensavo ad un pubblico di psicoanalisti, né tantomeno adesso penso ad un pubblico di soli religiosi. Anzi, non è proprio tra i primi 500 problemi che ho oggi”. Continua il regista “Mi interessava raccontare l'inadeguatezza che prova un persona alla quale le viene dato un grandissimo potere, e per farlo ho scelto la commedia. Io sono del parere che quasi tutte le letture siano lecite". Moretti preferisce parlare del film, e alla domanda se consiglierebbe a qualcuno di fare un passo indietro e di ammettere la propria inadeguatezza rispetto al ruolo che ricopre, il regista risponde (non senza una lunga pausa di riflessione!):“Tutti noi dovremmo fare un passo indietro”.
Serena Guidoni